
Siamo attivisti e simpatizzanti di +Europa, Azione, Energie per l’Italia, di associazioni, pagine e fondazioni che danno voce a quel mondo liberaldemocratico oggi scarsamente rappresentato nelle istituzioni, ma per il quale è presente una grande domanda potenziale tra i ceti produttivi, tra le centinaia di migliaia di giovani che emigrano in cerca di un futuro migliore, tra l'associazionismo cattolico e non, tra tutte quelle persone che si sono stancate di un Paese in costante declino e tra quanti non apprezzano l’impostazione populista del governo giallorosso, ma che tantomeno si riconoscono nelle posizioni estremiste di Salvini e Meloni.
Ci appelliamo ai dirigenti dei movimenti di cui facciamo parte, per chiedere di promuovere insieme un nuovo partito che unisca tutti i liberali, i riformisti, gli europeisti, e che raccolga nuove energie e talenti da mettere a servizio del Paese. Se non ci alleiamo noi, come possiamo pretendere che i ventotto Stati dell’Unione continuino a condividere sovranità per realizzare un progetto più grande e ambizioso?
L’integrazione europea come unica strada possibile.
Riteniamo che una maggiore integrazione europea sia l’unica strada possibile per affrontare le grandi sfide del nostro tempo: il surriscaldamento del pianeta, la sostenibilità dei modelli di consumo e produzione, le grandi migrazioni, la sicurezza e le tensioni in Medio-Oriente, il bilanciamento delle super-potenze emergenti, la regolamentazione dell’economia digitale e l’accesso alle opportunità di centinaia di milioni di persone che ancora oggi sono escluse.
Riconosciamo che l’Unione Europea ha impattato in maniera positiva sull’economia italiana, favorendo un notevole aumento delle esportazioni, promuovendo la concorrenza e dunque maggiori garanzie per i consumatori, tutelando il potere di acquisto degli italiani grazie all’introduzione della moneta unica e indicando limiti stringenti per ridurre il debito pubblico prodotto da classi dirigenti irresponsabili.
Pensiamo, infine, che per una maggiore integrazione serva anche aumentare la legittimazione democratica dell’Unione, affidando maggiori poteri al Parlamento Europeo ed eleggendo direttamente il Presidente della Commissione.
L’Italia deve rialzarsi con le sue forze.
Allo stesso tempo, crediamo che l’Unione Europea non possa essere un alibi, né l’unica soluzione, per i problemi che affliggono l’Italia da decenni: il Paese deve risollevarsi con le sue forze per tornare a essere protagonista e offrire una prospettiva di benessere alle future generazioni.
Per questo vogliamo promuovere un grande piano di abbattimento del debito pubblico, a partire dall’eliminazione del Reddito di Cittadinanza e di Quota100, che consenta di liberare risorse da investire in istruzione, sanità, infrastrutture (materiali e digitali), e soprattutto nell’alleggerimento strutturale della pressione fiscale sulle piccole e medie imprese.
Vogliamo promuovere criteri di merito ed efficienza anche nella pubblica amministrazione, affinché – come in uno Stato che si rispetti – essa possa semplificare (e non complicare) la vita dei cittadini. Vorremmo un’Italia con un vero stato di diritto, dove le persone vengano considerate innocenti fino all’ultimo grado di giudizio e dove le leggi vengano fatte rispettare sempre.
Vogliamo un Paese avanzato e all’avanguardia, dove chi completa un intero ciclo di studi possa ottenere la cittadinanza, dove le persone possano scegliere liberamente come disporre del proprio corpo e dove anche le droghe leggere vengano regolamentate e controllate in un’ottica di prevenzione e legalità.
Libdem.
A differenza di altri Paesi europei, all’Italia manca un partito liberaldemocratico di governo, che riesca a tenere insieme le istanze più innovative e riformiste del centrosinistra e del centrodestra. Non un partito di centro, ma un partito centrale, capace di anticipare le esigenze della società anche grazie a una maggiore sussidiarietà, con una vera e lungimirante attenzione ai più deboli, perché abbiano opportunità di riscatto e mobilità sociale. Per questo riteniamo che tale soggetto dovrà ambire a giocare da protagonista nell’Alleanza dei Liberali e Democratici per l’Europa.
Un governo ombra per il futuro dell’Italia
Il nostro nuovo movimento dovrà portare avanti un’opposizione costruttiva e responsabile, finalizzata a proporre e non a protestare senza analizzare i provvedimenti nel merito. Per questo motivo sarà importante, già nella fase costitutiva iniziale, costituire un governo ombra che possa monitorare minuziosamente e senza sconti l’attività del governo, avanzando proposte e incalzando i ministri sui temi. Il governo ombra è uno strumento fondamentale per formare una classe dirigente preparata e competente, oltre che per essere costantemente presenti nel dibattito pubblico.
Investire sul capitale umano: non serve un partito personalistico.
Vogliamo un partito che investa sulle persone, coinvolgendo i simpatizzanti e gli iscritti nelle iniziative e dando a ciascuno la possibilità di formarsi e contribuire in maniera concreta al programma e alle iniziative. Vogliamo un partito che promuova una reale partecipazione dal basso, anche consultando gli iscritti sulla linea politica, e che non si limiti a essere il trampolino di lancio delle ambizioni di un singolo. Vogliamo un partito radicato nei territori, dove nascano anche candidature e proposte all’interno dei comuni, perché l’Italia va cambiata da cima a fondo con l’impegno di ciascuno.
Fare presto, ma fare bene.
Il lancio della nuova iniziativa congiunta non è procrastinabile. Serve subito una forza unica per rilanciare l’opposizione liberale e riformista nel panorama politico, anche se lo scioglimento dei soggetti politici esistenti non potrà essere automatico e immediato. Per questo motivo, fin da subito, i soggetti promotori dovranno uscire con entrambi i simboli, e i gruppi locali dovranno essere invitati a fare attività congiunte. Durante un periodo preparatorio di alcuni mesi, si definiranno le regole e le modalità di partecipazione al nuovo partito, con un congresso democratico e aperto, per individuare la leadership e definire la linea politica. Le iscrizioni dovranno essere individuali e certificate attraverso email e un documento di identità: saremo un partito di persone, non di tessere.
Chiediamo, a quanti avranno la possibilità di incidere e di decidere, di tenere in seria considerazione il nostro appello, perché non ci saranno seconde occasioni, nella speranza di ottenere un riscontro concreto alle nostre proposte.
I promotori
Giulio del Balzo - Gallarate
Diego Di Gilio - Amsterdam
Marco Marazzi - Milano
Juri Marini - Cerveteri
Ivan Montanari - Bologna
Lorenzo Ruffatti - Londra
Fabrizio Pace - Torino
Gianni Balduzzi - Pavia
Leonardo Accardi - Roma
Fabio Trocino - Torino
Marcello Bergonzi Perrone - Voghera
Anita Bernacchia - Bruxelles
Sacha Bianchi - Sesto Calende
Martina Boccardo - Amsterdam
Andrea Boni - Cagliari
Lorenzo Castaldini - Bologna
Marco Cavalletto - Torino
Matteo Condello - Amsterdam
Massimo Coppin - Napoli
Benedetto Costa Broccardi - Genova
Benedetta Dentamaro - Bruxelles
Marco Durastante - Pomezia
Fabio Esposito - Bomporto
Davide Filippi - Roma
Paolo Formica - Londra
Francesco Franco - Alessandria
Omar Gardiman - Udine
Luca Geronimi - Milano
Saul Giordani - Barcellona
Filippo Govoni - Ravenna
Valter Grossi - Bergamo
Bianca Hermanin - Roma
Matteo Intermite - Busto Arsizio
Luka Juri - Trieste
Mario Lavanga - Lovanio
Francesco Longo - Amsterdam
Simonetta Mignardi - Bologna
Gianluca Misuraca - Siviglia
Matteo Montagner - Venezia
Massimo Montecucco - Amsterdam
Sabrina Monterisi - Bologna
Stefano Morcelli - Bormio
Cristina Niutta - Pavia
Enrico Pagano - Roma
Luca Perego - Lecco
Dino Rinoldi - Piacenza
Luca Romano - Roma
Hamdy Sallam - Colonia
Giacomo Santoro - Salerno
Francesco Tomasini - Brescia
Alessandro Traversa - Voghera
Federico Vargiu - Barcellona
Bruno Viano - Padova
Layla Yusuf - Reggio Emilia